mercoledì 31 dicembre 2008

Firenze: la mia prima maratona

Copia di P1020980 - ritaglio

Ecco il mio resoconto dopo u n mese esatto dalla Firenze Marathon 2008. Beh mettiamola così ora posso essere meno emotivo anche se i ricordi sono limpidi e le sensazioni fresche. Non voglio fare una relazione tecnica della corsa, né voglio fare una cronistoria della giornata: voglio solo proporre il mio racconto libero.

Firenze, la mia prima prova sulla distanza epica dei 42 e rotti, mi ha messo davanti ad una sfida vera con me stesso. Ho scelto materiali, scarpe, abbigliamento, tecnica di allenamento, strategia di gara... ora si fanno i conti. Non avrei potuto sbagliare, sotto quel traguardo in pazza Santa Croce ci sarei passato ad ogni costo.

Può sembrare strano o irriverente ma in realtà correre la Maratona di Firenze è stato più facile di quanto mi aspettassi. Mi ero preparato psicologicamente a scontrarmi con quel famoso muro che invece non è arrivato, ero pronto ad affrontare le gambe che non avrebbero voluto sentirne di girare, ero pronto a sopportare anche una dura prova fisica di intensa fatica, ero pronto anche all'eventualità che la mia brutta tendinite si facesse risentire. Nulla.

Ho corso bene, con grande regolarità su un ritmo che mi avrebbe accompagnato verso le 4 ore e mezza. Da subito sono riuscito ad ottenere una grande concentrazione e riuscivo ad ascoltare tutti i piccoli messaggi che il mio corpo mi trasmetteva. Via così.. i chilometri passavano uno dietro l'altro ed io correvo quasi allienato: guardavo la mia falcata regolare, controllavo la postura, qualche volta il cronometro. Ero determinato ma anche molto tranquillo sulle mie possibilità anche se terminare una maratona dopo solo un anno di corsa era sicuramente un po' un azzardo.

Passavo accanto all'Arno e mi sovvenivano ricordi di allenamenti sul quel percorso che costeggia il mio amato fiume Mincio. Accadeva spesso che di prima mattina mentre mi allenavo sulla riva del fiume qualche oca in perfetta fila indiana mi si affiancasse volando a filo d'acqua; le ali stavano là, aperte, tese: meraviglia ogni volta.

La vista di qualche corridore che camminava e che arrancava mi faceva tornare alla mente le enormi sofferenze patite durante i primi lunghissimi in piena estate. Tutta la maratona è stata un continuo flashback di episodi, situazioni vissute per la sua preparazione. E in effetti è così: la Maratona stessa è la sintesi di una stagione di duri allenamenti, correrla preparati può sembrare perfino abbastanza semplice ma arrivare preparati è davvero durissima.

Corro, corro, corro, mi sembra di non fermarmi mai. E penso anche al motivo che mi ha spinto ad essere lì e mentre cominciavo ad entrare nel centro storico di Firenze, un improvvisa fortissima emozione. La sensazione di star facendo qualcosa di straordinario in un contesto dove l'arte regna e la mano di Dio è evidente.

Penso che sto correndo per sentirmi libero, per incontrare quell'indescrivibile sensazione che si prova tra la fatica e il piacere. Sto correndo per i miei piccoli.. all'arrivo erano là pazientemente ad aspettarmi. E quando mi hanno messo la medaglia al collo... "il mio papà ha vinto!! Il mio papà ha vinto!!". Ho impegato quanche giorno per spiegare alle maestre d'asilo e alla mamme dei loro amichetti che in realtà non ero arrivato primo alla maratona di Firenze, ma che importa.. per loro era come se avessi vinto realmente.

Sto correndo per i miei amici che, come per le partite dei mondiali, si erano ritrovati davanti a Rai3 ed internet con pop-corn, birra e papatine per vedere la telecronaca e seguirmi ad ogni passaggio.. Corro e mi sembra di sentirli..

Sto correndo per i tanti nuovi amici che la corsa mi ha permesso di conoscere.  Lungo il percorso incontro anche super tifosi come Daniele e Cristiano che mi gruda: "Vai Claudio mancano solo 800m, corriiiiiii!!!!!!!!!!"

Taglio davvero il traguardo dopo uno sprint finale: 4:27:20. Vedo subito Donata che, pazientemente per sedici lunghissime settimane, ha sopportato i miei allenamenti: lei è felice perchè lo sono io e senza dire nulla si unisce al mio pianto liberatorio. Ce l'ho fatta Donata, ho corso anche per te.

La Maratona mi ha insegnato a non correre contro me stesso ma a correre per me stesso: mi ha insegnato disciplina, costanza e perseveranza, determinazione, sopportazione, forza mentale prima che fisica.

Ora questo piccolo blog, che è servito ad accompagnarmi in questa avventura lunga più di un anno, ha finito il suo grande compito. Ora cercherò nuovi obiettivi e nuovi modi per raggiungerli.

Sono felicissimo e voglio gridare a tutti davvero GRAZIE!!!

giovedì 4 dicembre 2008

La Firenze di Jack!

E' davvero con orgoglio che ospito questo post di Giacomo (JACKVR), lepre del nostro piccolo gruppo podistico, che ha vissuto con noi la gara di Firenze.

30112008(002)

30 novembre 2008: Firenze superoi Marathon

Ogni avventura che ci capita davanti è una sfida con noi stessi: chi si tuffa in questo mare si sente più vivo, più forte, più uomo. La maratona è lotta epica, senza tempo. Che di tanto in tanto punteggia la quotidianità spesso grigia di questo nostro terzo millennio, con pennellate decise, dai colori inconfondibili, indimenticabili, aloni indelebili negli occhi e nei cuori delle persone che hanno il coraggio di viverle. Già perché decidere e dedicare una fetta, più o meno importante, del proprio tempo, al sublime gesto della Corsa d’altri tempi, è decretare la propria volontà di uscire dall’anonimato, di voler lasciare traccia. Le sfide vanno accolte e combattute: sono fatte di metri che piano, piano ritagliamo nelle sere fredde d’inverno, di ore passate al sole cocente di un’estate infinita, di salite che sono sfide nella sfida, di discese che sono le corse del bambino che saremo e siamo stati sempre. Sono vinte con gocce di sudore, che si mischiano alla pioggia di questo novembre appena concluso: sei solo, tu, la strada, la pioggia, e quei 50 mila passi da mettere in fila.

E quando ce la fai un cerchio si chiude, i conti tornano e tu più vivo che mai lanci la nuova sfida a te stesso, perché l’emozione di quell’ultimo chilometro appena concluso, ripaga di tutto. Così è stato, e così sarà finchè correrò. La Maratona di Firenze è stata sfida leale e pienamente vissuta. A distanza di due mesi soltanto, dall’ultima fatica, “LGM 2008”, il destino, incarnatosi nelle membra corporali del mio socio Michele (dicorsa) aveva lanciato l’ultimo suo guanto di sfida. Non si poteva far altro che rispondere “Presenti” e presentarsi al via più pronti che mai, in una domenica mattina da girone dantesco. La pioggia prima della partenza minava le certezze di tutti quanti: mesi di sforzi erano messi in discussione, da gelide folate e da copiosi scrosci fino a pochi minuti dal via. Ben sapendo che la sfida era per il 30 di Novembre, non ho mai disdegnato di allenarmi al freddo e sotto la pioggia battente di qualche “giovedì” sera, pila in testa e isolamento totale dal mondo esterno: solo, in una sola strada di campagna, a ripetere passo dopo passo le strade fatte mille volte. Gli amici di tanti allenamenti estivi se ne erano andati come le cicale ai primi freddi dell’autunno: d’inverno si rimane soli: è lotta con sé stessi, il proprio lavoro, il proprio tempo. Sempre questo maledetto tempo, che prima vorresti tremendamente lungo, per poterci avvolgere dentro tutte le attività di un giorno e gli allenamenti di una settimana, ma che quel giorno vorresti terribilmente corto, per poterti proiettare direttamente al traguardo, ben sapendo che più corto sarà quel tempo, più a lungo ricorderai quelle ore speciali. Appena partiti, di colpo tutto inizia a girare, e il mondo intero sembra migliore, avvolto da quelle miriadi di persone colorate, tutte ugualmente diverse tra loro. Il fascino della maratona trova il suo fondamento nella partenza: è un rito che vede fondersi ogni individuo nel genere umano. Poi le distanze a poco a poco si distendono, e la corsa manifesta, nel ticchettio policromo di tutti noi, ambizioni, speranze, gioie, dubbi, dolori, rese. La discesa verso la città ritarda solo un poco questo andirivieni di emozioni, è dolce la Firenze Marathon anche in questo 2008, come se volesse, nei primi metri, farsi perdonare dell’acqua riversata sulle teste incappucciate degli eroi al via. Poi dopo qualche tornante, inizia la musica vera, fatta di silenzi rispettosi della fatica altrui, fatta del ritmo incessante dei propri passi, più brevi e leggeri per alcuni, più cupi e pesanti per altri: pur sempre passi freschi. E’ cos’ almeno per la prima metà di questa splendida domenica mattina. Già la pioggia è un ricordo, quando di tanto in tanto riappare per un istante, poi di nuovo scompare; poco importa a chi corre. I piedi sono ormai immersi nell’acqua, tra le pozzanghere, che con sonori schiocchi, accompagnano il ticchettio regolare rompendone il ritmo monotono. I ristori passano veloci, puntuali, attesi e mai delusi, nemmeno mi fermo: oggi volo, ma non voglio pensarlo. Poca acqua e via. C’è già chi cammina, chi barcolla, ma la gara deve ancora cominciare: parte al 21, la mia corsa l’ho sempre pensata partire qui: fino a quel segno sull’asfalto, è solo preambolo. Così, sempre in solitario, senza mai trovare il treno giusto cui accodarsi, senza mai incappare in compagni di ventura, con i quali spartire le fatiche, mi porto fino alle Cascine. Il 30.mo è passato, ed il gioco è qui più vivo che mai: una scossa mi attanaglia varcando quel numero, un tempo traguardo tanto ambito: sto benone, tutto ancora scorre, come l’Arno che ci accompagna. Ho superato centinaia di eroi più o meno consapevoli del loro destino, quasi tutti più vecchi di me. Già perché in questa strana sfida, che è la Maratona, la tempra, il coraggio, la perseveranza,  la voglia e la testa contano più dei muscoli: e allora ti ritrovi solo in mezzo a “padri” che ti guardano, i più ammirati, e ti incoraggiano a non mollare, oggi come mai. Li inviti a seguirti, ma questa è la tua, la loro sfida, non certo la nostra: attendere sarebbe sleale mancanza di coraggio: facile scusa per paura di non farcela. E allora via, verso quei venti minuti che ti separano dalla gloria di un tesoro che senti tuo, ma che in fondo temi di poter perdere in un istante: oggi non c’è spazio per crisi, crolli, muri o quale altro fantasma possa esistere solo nella testa di alcuni. Oggi non arriva nessuno: sono tutti ad inseguire. E così, al Ponte Vecchio, ti accorgi che ci sei, e che senza nemmeno pensarci stai valicando un confine memorabile. Le 3 ore sono epiche per davvero, sono le colonne d’Ercole del Maratoneta, quando ti affacci a tale mondo, le vedi lontane, irraggiungibili, ne ammiri i supereroi. Perché chi fa la maratona è per conto mio davvero un Eroe, chi la fa in meno di 180 minuti ho sempre creduto fosse un Supereroe. Faccio due conti e capisco che ci sono: decido di picchiare, perché la partenza è stata un poco attardata tra pozzanghere e freddo stordente. Io, Aquila del Garda, potevo d’un colpo prendermi personale, Firenze e tre ore. Sprinto nell’ultimo miglio, salutando la mia tifosa numero uno, mi impongo di fare l’ultima scatto agli 800 metri, ancora una curva e ci siamo. 2h 59’ 58” senza guardare mai l’orologio: solo nelle favole o nei film può succedere: beh, questo dev’essere il mio film. Esulto saluto e passo. Questo sono io. Non smettete mai di sognare: siamo tutti supereroi…

Jack

lunedì 1 dicembre 2008

La mia prima maratona: Firenze in 4:27:20

Seguira un resoconto dettagliato ma la sintesi è questa: ho affrontato la mia prima maratona in un contesto difficilissimo. Un clima da lupi: pioggia e vento. L'ho fatta tutta come volevo.. senza prendere fiato, correndola tutta, 42 km fatti tutti regolari dall'inizio alla fine! Sono perfino arrivato in grande progressione e sotto le 4 ore e mezza che era il mio obiettivo realistico dopo la brutta tendinite di un mese fa.

Felice, felice, FELICEEEE!!!!!

Grazie per i mille messaggi di auguri prima e di complimenti dopo. Grazie davvero a tutti gli amici blogtrotters ritrovati a Firenze e grazie ai tanti amici che hanno seguito la corsa da casa inccollati al sito della TDS per i tempi in diretta. GRAZIEEEE|||||

 

P1020979

Ecco la email che appena finita la gara mi sono trovato in posta:

 

Ciao CLAUDIO,

Firenze Marathon, Fastum gel e Groupama ti ringraziano per aver preso parte alla XXV Firenze Marathon. Di seguito puoi trovare il risultato che hai ottenuto.

Split Time min/Km Delta min/Km RealTime
Viale Sanzio (5K) 0.36.40 7,19 0.36.40 7,19 0.30.32
Via dei Serragli (10K) 1.08.27 6,50 0.31.47 6,21 1.02.19
Lungarno A. Moro (15K) 1.40.37 6,42 0.32.10 6,26 1.34.29
Largo Gennarelli (21K) 2.19.06 6,37 0.38.29 6,24 2.12.58
Via Piagentina (25K) 2.45.01 6,36 0.25.55 6,28 2.38.53
Viale F.lli Rosselli (30K) 3.16.33 6,33 0.31.32 6,18 3.10.25
Viale Washington (35K) 3.49.07 6,32 0.32.34 6,30 3.42.59
Via del Proconsolo (40K) 4.20.48 6,31 0.31.41 6,20 4.14.40
P.zza Santa Croce (Arrivo) 4.33.28 6,28 0.12.40 5,46 4.27.20

Ricorda inoltre che il 29/11/2009 avrai l'opportunità di tornare a Firenze per la XXVI Firenze Marathon.
Ti aspettiamo!



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